Il termine “democrazia” (dal greco demos, “popolo”, e kratos, “potere”) fece la sua prima comparsa in Erodoto. Ma dal III secolo a.C. al XIX ha subìto una lunga eclisse acquisendo un’accezione negativa, mentre il regime politico ottimale è stato definito “repubblica” (res publica, cosa di tutti): Aristotele classificò la democrazia tra le cattive forme di governo; Kant ripeteva una comune opinione definendola “necessariamente un dispotismo” e dello stesso avviso erano i padri costituenti degli Stati Uniti. Anche la Rivoluzione francese si richiamava all’ideale repubblicano, e solo Robespierre usò il termine in senso elogiativo (assicurandogli così la cattiva reputazione per un altro mezzo secolo…). Com’è allora che d’un tratto, dalla metà del XIX secolo, la parola è tornata in auge e ha acquistato un significato apprezzativo? Ce lo spiega colui che è stato il massimo esperto di scienza politica in Italia, preceduto dall’ampia introduzione di Nadia Urbinati.
Cod: 9788812010646

Storie di mondi scomparsi. I fossili raccontano: qualcuno è stato qui
La Bibbia non parla di Dio. Uno studio rivoluzionario sull'Antico testamento
Nuovi argomenti Vol. 78
Se bastasse una sola parola. Piccolo dizionario delle emozioni
Piccoli brividi. Un barattolo mostruoso
La profezia del flagello. Gregor Vol. 2
Fondamenti di economia delle istituzioni finanziarie. Con Connect 



Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.