Quando e come il contrabbando si fa crìmine? Perché le ‘bionde’ diventano il punto di convergenza del malaffare di consorterie diverse ma contigue? Secondo quali meccanismi tutto succede in Puglia? Chi se ne avvantaggia e chi fa finta di non vedere, di non capire? E per quali motivi passano anni e decenni prima che il male venga identificato come tale e alla fine rimosso, per quanto ormai si poteva rimuovere? Picciotti e camorristi fanno di un territorio quasi vergine il teatro di conflitti e di tragedie. Non a caso. La sponda dell’Est diventa la nuova frontiera da conquistare. Sulla scia del contrabbando si muovono droga e armi, e poi uomini, donne e bambini. Quattro mascalzoni assurgono al rango di uomini d’onore in grado di muovere capitali ingenti, seminando di lutti un ventennio e di veleni chissà quanto. Da Pecoraro a Ciccio la busta, da Don Raffaele a lazo, da Michele Greco detto il Papa alla ‘ndrina dei Bellocco: ecco i parenti prossimi della SCU, rapidamente ascesa al rango di quarta mafia in un rapporto strettissimo con i soldi del contrabbando di sigarette e con gli infiniti guadagni investiti dappertutto, in altri affari illeciti e in quelli meno evidenti, ma non per questo meno concreti, delle imprese lecite e stimabili. Soldi raramente andati in fumo. C’era una volta, in una notte gelida e buia, un posto di blocco… E due giovani militari in servizio. La loro morte segna il principio della fine del contrabbando. Di quello spavaldo e di quello mortale, almeno”. Nell’analisi offerta in Tacco e tabacco, Rosario Tornesello delinea il quadro del contrabbando nel Brindisino e di una terra, la Puglia, che nutre i suoi mostri di fumo, in un fragore assordante di motori, di auto e di barche. Una storia che attraversa il tempo, tracimante di sangue e denaro in mani lorde e balorde.
Cod: 9788849711097
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